Hai deciso di darti consapevolmente all'acquariologia, come abbiamo già visto nella parte 1 della rubrica dedicata ai neofiti, hai acquistato la vasca e tutta l'attrezzatura, come da consigli della parte 2, e ora ti stai chiedendo come allestire il tuo acquario in modo pratico e funzionale? Sei nel posto giusto! In questo articolo, ti guideremo passo dopo passo nella creazione di un ambiente adatto, con suggerimenti su cosa mettere nell’acquario, come disporlo e quali criteri seguire per evitare problemi comuni. Partiremo da un presupposto importante: prima si sceglie la specie di pesce o animale che si desidera ospitare, e poi si adatta l’allestimento alle sue esigenze specifiche. L'ordine di inserimento dei vari elementi in vasca è piuttosto standard: dopo aver scelto i pesci e progettato l'acquario, si aggiungono il fondo, le rocce e i legni secondo il design desiderato, poi si inseriscono le piante e infine si riempie la vasca con l'acqua e si attende la maturazione del filtro prima di inserire pesci o altri animali. Non occorre costruire un acquario complesso; ciò che conta è garantire la compatibilità tra gli elementi, dalle piante alle decorazioni, fino ai parametri dell’acqua. Ma procediamo con ordine e vediamo quali opzioni esistono per scegliere consapevolmente l'allestimento migliore per il tuo acquario.
Premessa: prima di allestire l'acquario, scegli i pesci!
La scelta della specie animale che ospiterai è una decisione che influenza l'intero ecosistema. Ogni specie ha esigenze uniche: ad esempio, un acquario ottimale per gli scalari (Pterophyllum scalare), che prediligono ambienti molto piantumati con acqua leggermente acida e durezza medio-bassa, non sarà adatto ai ciclidi africani, che al contrario vivono in ambienti rocciosi, con acqua leggermente alcalina e dura. La scelta della specie definisce il tipo di habitat, i parametri dell’acqua e perfino l'arredo che dovrà comporre l’acquario... litraggio permettendo. I due esempi che abbiamo fatto qui sopra, infatti, richiedono entrambi vasche di notevoli dimensioni (diciamo intorno ai 150-200 litri circa, in base anche al numero di esemplari ospitati). Se hai una vasca medio-piccola (sotto ai 100 litri), la scelta dei pesci da ospitare ovviamente si riduce. Non ci dilunghiamo in questa sede sulla presentazione delle specie: rimandiamo questo argomento ad un articolo dedicato (prossimamente in arrivo). Quando scegli la specie che ospiterai, tieni conto innanzitutto della dimensione della tua vasca, poiché ogni specie ha le proprie esigenze di spazio, e in secondo luogo dei valori dell'acqua entro i quali può vivere: acidità (pH), durezza totale in gradi tedeschi (dGH) e durezza carbonatica in gradi tedeschi (dKH) saranno concetti con i quali dovrai familiarizzare, ma non temere, parleremo prossimamente anche di questo. Per iniziare scegli pesci che siano robusti e che tollerino range piuttosto ampi dei parametri dell'acqua: questo ti permette di avere quel margine d'errore che può essere normale per un principiante, senza gravi conseguenze sui pesci. Ad esempio, specie di piccole dimensioni, robuste e adatte ai principianti possono essere poecilidi come i guppy, i molly, i platy, i portaspada o gli endler: sono belli, colorati, facili da reperire e si trovano in tantissime varianti, per tutti i gusti. Inoltre si riproducono facilmente in acquario e questo aggiunge indubbiamente fascino al piccolo ecosistema che andrai a creare.
Quale fondo usare per l'acquario?
Hai scelto la specie principale che vorrai ospitare nella tua vasca e ti sei informato sulle sue esigenze? Bene, ora arriva il divertimento: rimboccati le maniche ed inizia ad allestire. Si parte ovviamente dal fondo, o substrato, che non è solo un elemento estetico che ricopre il fondo dell'acquario, ma ha una funzione cruciale per il nutrimento delle piante. Per un acquario ben piantumato bisogna prevedere uno spessore del fondo di 5-7 cm, in modo da dare possibilità alle piante di affondare le loro radici e, allo stesso tempo, evitare eccessivo spessore, che provoca la formazione di zone anossiche, dove l'ossigeno scarseggia e dove potrebbero accumularsi sostanze nocive. Esistono diversi tipi di substrato tra cui scegliere. Ognuno ha caratteristiche diverse e la scelta dipenderà dalla tipologia di piante che intendi coltivare e dal tipo di acquario che vuoi realizzare.
Fondo fertile
Questo tipo di substrato è ricco di nutrienti, come ferro, azoto e fosfati, che sono essenziali per lo sviluppo delle piante. È particolarmente indicato per acquari con molte piante a crescita rapida e rigogliosa. Il fondo fertile va generalmente poi ricoperto con un fondo inerte, per evitare che i nutrienti vengano rilasciati troppo velocemente o che l’acqua diventi torbida. È importante ricordare che un substrato fertile può esaurirsi nel tempo, quindi potrebbe essere necessario reintegrare i nutrienti con fertilizzanti liquidi o pastiglie da inserire nel substrato stesso. Un esempio di fondo fertile è il JBL ProFlora AquaBasis Plus, disponibile su Amazon.
Fondo allofano
Un fondo particolare, molto utilizzato e molto amato, è il fondo allofano, composto essenzialmente da argilla fertile, che ha l'incredibile capacità di assorbire nutrienti dall'acqua e rilasciarli gradualmente alle radici delle piante. Il fondo allofano inoltre abbassa la durezza carbonatica dell'acqua (KH), portandola pressoché a zero, e stabilizzano i valori del pH tra 6 e 6.5. Data la sua porosità, è ottimo anche per l'insediamento dei batteri benefici. Si tratta quindi di un fondo che interagisce chimicamente con l'acqua ed entra a pieno titolo a far parte degli elementi che mantengono l'equilibrio dell'ecosistema: questo va considerato in fase di progettazione della vasca, in base anche ai pesci che verranno ospitati e ai valori dell'acqua di cui necessitano. Un esempio di fondo allofano è il Dennerle Scaper's Soil.
Fondo inerte
A differenza del substrato fertile o di quello allofano, quello inerte non contiene nutrienti e non interagisce chimicamente con l'acqua e proprio per questo motivo è generalmente un fondo consigliato ai neofiti che ancora non hanno preso confidenza con gli equilibri dell'acquario e con la comprensione profonda di come mantenere adeguati i valori dell'acqua: diciamo che il fondo inerte non aggiunge variabili extra da considerare. Esempi di substrato inerte sono la sabbia e la ghiaia composte da materiali inerti come quarzo o granito. Questi fondi sono particolarmente indicati se prevedi di inserire piante che assorbono principalmente i nutrienti dall'acqua, come le piante galleggianti o le piante epifite o se ospiterai animali che scavano o che mal tollerano i fertilizzanti. Tuttavia, se scegli un substrato inerte e prevedi di inserire piante vive, è utile integrare periodicamente i nutrienti con fertilizzanti specifici, poiché il substrato stesso non fornirà alcun apporto nutritivo. Un esempio di fondo inerte, di colore scuro e granulometria fine, è il JBL Sansibar.
Quali legni sono adatti all'acquario?
Scelto e posizionato il fondo, si procede con l’allestimento decorativo di un acquario, che comprende rocce, legni e altri elementi strutturali utilizzati per creare un ambiente suggestivo e funzionale per i pesci e le piante. I legni naturali conferiscono all'acquario un aspetto autentico e forniscono tannini e acidi umici che abbassano il pH e contribuiscono al benessere dei pesci, con un'azione antimicotica e batteriostatica. Sulla superficie del legno, inoltre, possono anche svilupparsi colonie batteriche benefiche per l'acquario. Tuttavia, devi sapere che i tannini hanno una colorazione ambrata e tendono appunto a colorare l'acqua, fattore estetico non apprezzato da tutti. I legni naturali richiedono inoltre una preparazione adeguata prima di essere inseriti in acquario, per evitare muffe o rilascio eccessivo di tannini. Dovrai tenere i tuoi legni in un secchio in ammollo per 10-15 giorni e cambiare regolarmente l'acqua, in modo che spurghino il più possibile. Per i neofiti sono consigliabili i legni venduti per acquari, come per esempio questo legno naturale mystic wood di Amtra: in commercio ne esistono di varie forme, dimensioni e colori. I più utilizzati sono la radice di mopani, la radice di mangrovia, il mystic wood, il driftwood, il red moor e molti altri. Possono essere utilizzati in acquario anche altri legni più comuni come il legno di quercia, di faggio o di castagno, ma devono essere trattati con più attenzione e bolliti per un paio d'ore per eliminare germi e spore, potenzialmente dannosi in acquario.
Quali rocce sono adatte all'acquario?
Le rocce naturali, oltre ad essere incredibilmente belle, possono fungere da nascondigli per i pesci e da base per alcune piante epifite e muschi, ma è importante verificarne la compatibilità con i parametri dell’acqua. Esistono infatti rocce inerti e rocce calcaree.
Rocce inerti
Come avrai già capito dal nome stesso, le rocce inerti non alterano i
parametri dell'acqua e vanno bene per qualsiasi allestimento. Tra di esse
figurano: mountain stone, dragon stone, rocce laviche, pagoda, basalto,
porfido, quarzo e ardesia. Ad esempio queste
dragon stone di Akra Aquatics sono adatte all'utilizzo in qualsiasi acquario.
Rocce calcaree
Le rocce calcaree, invece, rilasciano in acqua sali sotto forma di carbonati di calcio, il che si traduce in un progressivo aumento della durezza carbonatica dell'acqua (KH). Proprio per questa caratteristica, le rocce calcaree vengono molto utilizzare negli allestimenti per ciclidi africani, che necessitano proprio di acqua dura. La maggioranza delle specie tropicali comunemente allevate in acquario, invece, non beneficia della presenza di rocce calcaree in acquario. Tuttavia, se hai optato per un fondo allofano che, come abbiamo visto, abbassa la durezza carbonatica dell'acqua (KH) arrivando anche ad azzerarla, potresti "correggere" questo valore troppo basso inserendo in acquario proprio una o più rocce calcaree, tenendo sempre monitorati i valori dell'acqua. Tra le rocce calcaree figurano seiryu stone, ciottoli di fiume, marmo e gesso. Ecco ad esempio delle seiryu stone di Akra Aquatics disponibili su Amazon.
Come faccio a capire se una roccia è adatta all'acquario?
Se hai tra le mani una bella roccia che vorresti inserire in acquario, ma non hai la più pallida idea di che cosa sia, un modo veloce per capire se si tratta di una roccia calcarea o meno è metterci sopra una goccia di un anticalcare per uso domestico (ad esempio il Viakal) e osservare se la roccia in quel punto inizia a fare le bollicine: se frizza, significa che la roccia è calcarea, se invece non reagisce, possiamo considerarla inerte. Ricordati comunque di lavare con molta cura la roccia, in modo da eliminare ogni residuo di prodotto, prima di metterla in acquario.
Il ruolo delle piante in acquario
Dopo aver terminato con l'hardscape, cioè l’allestimento decorativo che comprende rocce, legni e altri elementi strutturali, è il turno delle piante! Le piante acquatiche non sono solo decorative, ma svolgono un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio dell’acquario. Contribuiscono a ossigenare l’acqua e assorbono nitrati, limitando la proliferazione di alghe e mantenendo l'acqua salubre per i pesci. Inoltre, creano un ambiente più naturale per i pesci, fornendo nascondigli e migliorando l'estetica generale.
Piante vere o finte in acquario?
Se hai letto fino a qui e magari hai letto anche le due guide precedenti a questa, avrai ormai capito quanto ogni elemento in acquario contribuisca a creare un ecosistema stabile, piante incluse. Le piante finte, per quanto realistiche e ben fatte, non possono farlo. È chiaro che le piante vere richiedano più manutenzione, come la potatura, ma il beneficio che offrono è troppo importante per rinunciarci. Se pensi di non avere il pollice verde, niente paura! Esistono piante molto semplici e robuste da coltivare, che non richiedono substrati particolari, né impianti di CO2 e che sono quindi adatte anche ai neofiti. Vediamo ora alcune macro-tipologie di piante (vive!).
Piante a crescita rapida
Come dice il nome stesso, le piante a crescita rapida si sviluppano molto velocemente, il che offre indubbi benefici all'ecosistema-acquario. Inserire piante a crescita rapida in un acquario, soprattutto nella fase iniziale, è una strategia efficace per mantenere i parametri dell'acqua sotto controllo e prevenire problemi legati alle alghe e all'inquinamento. Crescendo velocemente, infatti, queste piante assorbono grandi quantità di nutrienti, come nitrati e fosfati, che si accumulano nell’acqua a causa dei residui di cibo, delle feci dei pesci e della decomposizione delle piante stesse. Riducendo la quantità di nutrienti disponibili, limitano la proliferazione delle alghe, che tendono a sfruttare questi stessi elementi per crescere rapidamente e invadere l’acquario. Inoltre, le piante a crescita rapida, diventando piuttosto grandi immettono parecchio ossigeno nell'acqua durante le ore di luce. Questo è particolarmente utile per i pesci e gli altri abitanti dell’acquario, poiché un ambiente ricco di ossigeno favorisce il loro benessere.
Ecco alcune piante a crescita rapida di facile gestione per i neofiti (link da Amazon dove puoi vedere ed eventualmente acquistare le piantine):
- Ceratophyllum demersum
- Echinodorus Bleheri
- Hygrophila polysperma
- Hygrophila corymbosa
- Limnophyla sessiflora
- Rotala rotundifolia
- Vallisneria gigantea
- Vallisneria spiralis
Piante a crescita lenta
A differenza delle piante a crescita rapida, quelle a crescita lenta non richiedono potature frequenti, riducendo così la necessità di interventi costanti e facilitando la gestione dell'acquario. Con la loro crescita graduale, offrono una copertura e una presenza vegetale duratura. Le piante a crescita lenta generalmente non richiedono un’illuminazione intensa né fertilizzanti frequenti, adattandosi bene anche a vasche senza CO₂ aggiuntiva: sono quindi ideali per acquari semplici, dove si desidera una manutenzione limitata, e per acquariofili alle prime armi.
Piante a crescita lenta molto amate in acquariologia sono Anubias barteri e Microsorium pteropus, piante epifite caratterizzate da foglie spesse, dure e resistenti, particolarmente belle nei layout di hardscape permanenti con legni e rocce a cui queste piante vanno legate. Anubias e Microsorium non possono invece essere messe nel substrato, poiché le loro radici marcirebbero. Al contrario, le varie specie di Cryptocoryne rientrano tra le piante a crescita lenta, ma si piantano nel substrato dove sviluppano un buon apparato radicale. Ogni pianta ha ovviamente le sue caratteristiche e necessità, ma tendenzialmente si possono trovare piante di facile gestione adatte a quasi tutti i layout di acquario.
Piante galleggianti
Le piante galleggianti creano ombra nell’acquario, filtrando la luce che arriva sul fondo. Questa caratteristica è utile per ridurre l’intensità luminosa nelle vasche dove si ospitano specie che amano ambienti ombreggiati, come alcuni pesci tropicali o anfibi. L’ombreggiatura contribuisce anche a limitare la proliferazione delle alghe, che spesso beneficiano di una luce intensa. Le piante galleggianti sono spesso a crescita rapida e assorbono nutrienti direttamente dalla colonna d'acqua, riducendo le concentrazioni di nitrati e fosfati. Questo contribuisce a mantenere sotto controllo i composti che, se in eccesso, favoriscono la crescita delle alghe. È importante comunque monitorare la crescita delle galleggianti e, se necessario, rimuovere l’eccesso per evitare di bloccare completamente la luce e l'ossigenazione. Infine le radici delle galleggianti, spesso pendenti in acqua, fungono anche da rifugio naturale per avannotti e piccoli invertebrati.
Specie come la Lemna minor (lenticchia d’acqua, che, attenzione, è infestante!) o la Pistia stratiotes (lattuga d’acqua) o ancora la Salvinia natans sono popolari non solo per la loro funzionalità ma anche per il loro effetto decorativo. Le piante galleggianti sono ideali in acquari aperti, ma possono essere gestite anche in vasche chiuse con una manutenzione regolare.
Muschi
I muschi forniscono ottimi rifugi per pesci e invertebrati, specialmente per le specie di piccola taglia o per i giovani nati (avannotti). Gli invertebrati, come i gamberetti, amano nutrirsi dei piccoli organismi che vivono tra i filamenti dei muschi. Questo ambiente sicuro e riparato è ideale anche per favorire comportamenti naturali di esplorazione e nascondiglio. I muschi sono spesso utilizzati in acquari con luminosità moderata o bassa, poiché non richiedono molta luce per crescere. La maggior parte dei muschi, come il noto muschio di Giava (Taxiphyllum barbieri), è semplice da coltivare e si adatta facilmente a varie condizioni di luce e temperatura, rendendoli perfetti anche per i principianti: non richiedono CO₂ aggiuntiva o particolari fertilizzanti per crescere, ma si sviluppano comunque bene con una manutenzione minima. I muschi in acquario possono essere legati con un filo di nylon trasparente o fissati con apposita colla cianoacrilica, come questa colla Microbe-Lift Plantscaper Gel, a superfici come rocce e legni, dove si ancoreranno naturalmente nel tempo.
Menzioniamo in questa sezione anche la marimo (Cladophora), che è una palla formata da colonie di alghe verdi e non è tecnicamente un muschio, anche se è conosciuta come "marimo moss" (dove "moss" in inglese significa "muschio"), poiché la sua forma e le sue esigenze ricordano vagamente quelle dei muschi: necessita solo di una luce moderata, non richiede fertilizzanti o CO2 e si adatta a una vasta gamma di condizioni, rendendola ideale per acquari di ogni dimensione. Periodicamente, è consigliato ruotarla per mantenere la sua forma sferica e garantire una crescita omogenea.
Quando posso mettere i pesci in acquario?
Non ancora, ma ci sei quasi! Hai messo il fondo, strutturato un hardscape suggestivo con rocce e legni, posizionato le piante e riempito l'acquario di acqua, avviato il filtro, acceso le luci per le piante (4 ore al giorno per iniziare, da aumentare gradualmente) e ora scommetto che non vedi l'ora di mettere i pesci o altra fauna viva, ma sfortunatamente dovrai aspettare ancora, poiché l'acquario non è maturo, manca una parte invisibile ma indispensabile: i batteri. I batteri benefici per l'acquario necessitano di un tempo di circa 4-6 settimane perché si formino e colonizzino l'acquario. In commercio esistono degli attivatori batterici, come l'SHG Aktivedrops o l'Askoll Ultrafast Bio Active, che aiutano l'insediamento di questi batteri benefici e talvolta promettono anche di accorciare i tempi di maturazione. Tuttavia l'acquariologia è un hobby fatto di pazienza e rispetto dei tempi biologici e sconsigliamo in ogni caso di inserire i pesci troppo prematuramente, poiché potrebbero trovare un'acqua troppo ricca di nitriti (NO2) potenzialmente mortale. Porta pazienza e nel frattempo procurati una buon kit di test reagenti, come il Sera aqua-test box, per misurare i valori dell'acqua.
Nei prossimi articoli ti spieghiamo in dettaglio come funziona il ciclo dell'azoto e cosa succederà nel tuo acquario durante la fase di maturazione, il periodo fondamentale nel quale si andranno a creare le condizioni ideali per ospitare la vita nel tuo acquario. Clicca sui rispettivi link per leggere di più e approfondire questo affascinante processo.
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