Allestire un acquario è un’avventura affascinante, ma nasconde anche alcune insidie per chi si affaccia per la prima volta a questo mondo. Tra i concetti fondamentali da comprendere c’è il ciclo dell’azoto, una reazione biologica indispensabile per mantenere l’acqua salubre per i tuoi pesci. Questo ciclo invisibile è, infatti, il cuore pulsante di ogni ecosistema acquatico, dalla tua piccola vasca casalinga agli immensi oceani. In questo articolo ti guiderò attraverso i principi di base del ciclo dell’azoto, con l'aiuto di un'infografica realizzata apposta. Pronto a immergerti in questa lezione fondamentale per ogni acquariofilo? Partiamo dalle basi!
Cos'è il ciclo dell'azoto?
Il ciclo dell’azoto è un processo naturale e fondamentale per ogni ambiente acquatico, sia esso un laghetto, un fiume o un acquario domestico. Questo ciclo descrive il modo in cui i composti azotati, prodotti dai rifiuti organici, vengono trasformati da una serie di reazioni biologiche guidate da specifici batteri.
Quando si parla di ciclo dell’azoto in acquario, ci si riferisce al percorso attraverso il quale i rifiuti organici, come il cibo non consumato, gli escrementi dei pesci e le piante in decomposizione, vengono trasformati affinché non nuocciano ai suoi abitanti. In un acquario, dove lo spazio è limitato e non esiste il ricambio continuo dell’acqua come in natura, il ciclo dell’azoto diventa indispensabile per mantenere un ambiente stabile.
Perché il ciclo dell'azoto è così importante in acquario?
In un acquario chiuso, l’accumulo di ammoniaca o nitriti può diventare rapidamente letale per i pesci e gli altri organismi viventi. Il ciclo dell’azoto, quindi, non è solo un concetto chimico, ma rappresenta un vero e proprio sistema di depurazione naturale che permette all’acquario di mantenere un equilibrio biologico. Per questo motivo, è fondamentale non solo comprendere come funziona il ciclo dell’azoto, ma anche monitorarlo con regolarità, soprattutto durante la fase di maturazione, cioè nelle prime settimane di vita di un nuovo acquario. Questo processo richiede tempo e pazienza, ma è il primo passo per trasformare un semplice contenitore d’acqua in un ecosistema vivo, stabile e armonioso.
Come funziona il ciclo dell’azoto in acquario?
Il ciclo dell'azoto coinvolge principalmente tre fasi: la produzione di ammonio e ammoniaca, la trasformazione dell'ammonio e dell'ammoniaca in nitriti tramite un processo di ossidazione e, infine, la trasformazione dei nitriti in nitrati.
La produzione di ammonio (NH4) e ammoniaca (NH3)
Quando materiali come cibo non consumato, escrementi di pesci o altre sostanze organiche iniziano a decomporsi, rilasciano ammonio (NH4) e ammoniaca (NH3). Se l'acqua è neutro-acida (pH 7 e inferiore) si formerà l'ammonio, se invece l'acqua è tendenzialmente alcalina (da pH 7 in su), oltre all'ammonio si formerà anche l'ammoniaca. Entrambi questi composti azotati sono altamente tossici: il nostro obiettivo è che non si accumulino nella nostra vasca, pena la moria dei suoi abitanti. Come? È a questo punto che entrano in gioco i batteri nitrificanti.
La trasformazione dell'ammonio e dell'ammoniaca in nitriti (NO2)
I primi ad entrare in gioco sono i batteri aerobi del genere Nitrosomonas che, in presenza di ossigeno e tramite un processo metabolico, ossidano l'ammonio e l’ammoniaca e li trasformano in nitriti (NO2). I nitriti sono composti azotati meno tossici dell'ammoniaca ma sono comunque dannosi per i pesci. Le condizioni ambientali ottimali per lo sviluppo dei Nitrosomonas sono a pH 6-9 e a temperatura di 20-30°C: più ci si discosta da questi valori, più lo sviluppo delle colonie sarà lento. I Nitrosomonas sono fotofobici, cioè non amano la luce. In acquario si trovano principalmente nel fondo, tra le radici delle piante e, ovviamente, nel filtro.
La trasformazione dei nitriti in nitrati (NO3)
I nitriti sono composti azotati meno tossici rispetto all'ammoniaca e all'ammonio, ma sono ancora pericolosi per la fauna acquatica. Ed è a questo punto che entrano in gioco altri ceppi batterici. I batteri aerobi del genere Nitrobacter, in presenza di ossigeno, trasformano i nitriti in nitrati (NO3), composti azotati più sicuri per i pesci a basse concentrazioni. I Nitrobacter sono attivi tra i 20°C e i 40°C e sopravvivono a pH 6-9, ma la loro massima attività si sviluppa a pH 7-8. A differenza dei Nitrosomonas, i Nitrobacter in acquario non si annidano nel fondo, ma restano in sospensione nell’acqua, oppure si aggrappano ai vetri e agli arredi interni. Questi due ceppi batterici sono generalmente i microorganismi contenuti nel flaconi di attivatori batterici.
Esiste tuttavia un altro genere di batteri nitrificanti capace di trasformare i nitriti in nitrati, scoperto in epoca più recente: stiamo parlando dei batteri aerobi del genere Nitrospira, che si sviluppano preferibilmente a pH 7.6-8.0 e a temperature intorno ai 30°C. A differenza dei Nitrobacter, i Nitrospira non hanno bisogno di grandi quantità di nitriti ed ossigeno per ossidare i nitriti e perciò sono attivi anche in presenza di scarsi nutrienti. Vivono nel substrato e nel filtro e risulta ormai assodato che gran parte del lavoro di trasformazione di nitriti in nitrati viene svolto proprio dai Nitrospira e non dai Nitrobacter, come si riteneva prima.
L'accumulo dei nitrati
Quando i nitriti vengono trasformati in nitrati, il ciclo dell’azoto si completa, ma il lavoro non finisce qui. I nitrati sono decisamente meno tossici per i pesci rispetto all’ammoniaca e ai nitriti, ma un loro accumulo eccessivo può comunque causare problemi di salute agli abitanti dell’acquario e favorire la crescita incontrollata delle alghe. È quindi essenziale mantenerli a livelli bassi, per garantire un ambiente acquatico sano. Il controllo dei nitrati avviene principalmente attraverso cambi regolari dell’acqua, che rappresentano il metodo più semplice ed efficace per diluirli. Tuttavia, le piante vive giocano un ruolo fondamentale nel mantenere l’ecosistema in equilibrio. Le piante acquatiche assorbono i nitrati direttamente dall’acqua per utilizzarli come fonte di azoto, una risorsa indispensabile per la loro crescita. Un acquario ben piantumato non solo aiuta a ridurre i nitrati in modo naturale, ma contribuisce anche a migliorare la qualità complessiva dell’acqua, favorendo un ambiente più stabile per i pesci e gli altri organismi.
I test dell'acqua e valori attesi
Se hai letto fino a qui, ti sarà ormai piuttosto chiaro come monitorare i parametri dell’acqua sia essenziale per garantire un ambiente sano e stabile agli abitanti del tuo acquario. I test dell’acqua permettono di rilevare la presenza di ammoniaca, nitriti e nitrati, oltre ad altri valori fondamentali come il pH e la durezza (GH e KH). Questi parametri offrono una fotografia della salute del tuo acquario e ti aiutano a intervenire tempestivamente in caso di squilibri. Se non lo hai già fatto, ti consigliamo di acquistare una buona valigetta completa come la Sera Aqua-Test Box, contenente test reagenti affidabili e accurati che ti permettono di monitorare con precisione lo stato di salute della tua vasca. Vediamo brevemente quali sono i valori attesi in un acquario ben avviato.
Conclusioni: un processo invisibile, ma fondamentale
Il ciclo dell’azoto è il cuore pulsante di ogni acquario, un processo invisibile agli occhi, ma essenziale per il benessere dei pesci e di tutto l’ecosistema acquatico. Prima di introdurre i pesci nella tua vasca, è cruciale dare tempo al ciclo dell’azoto di stabilirsi, seguendo i giusti passi per permettere la maturazione dell’acquario. Questo non solo garantirà un ambiente sicuro e stabile, ma ridurrà anche lo stress per i tuoi nuovi abitanti. Nel prossimo articolo approfondiamo come favorire la maturazione dell'acquario, cioè il primo "avvio" della tua vasca e la formazione dei primi batteri nitrificanti. Clicca sul link per leggere di più.
0 Commenti
Puoi commentare liberamente l'articolo, ma ti chiediamo di essere gentile. Se stai cercando risposte ad un problema specifico, ci trovi nella chat Telegram di Pets Life.