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Gatti, pedigree sì o no?

Abbiamo intenzione di acquistare un gattino di razza. Abbiamo la possibilità di avere un cucciolo senza pedigree ad un prezzo decisamente inferiore rispetto ad uno con il pedigree. Cosa fare? Cos'è alla fine il pedigree e a cosa serve?

Cos'è il pedigree?

Il pedigree è il certificato di iscrizione del gatto al Libro delle Origini (LO) di una determinata associazione felina. Questo significa che sul pedigree viene riportato l'albero genealogico del nostro gatto fino a molte generazioni indietro e viene così tenuta traccia della sua linea di sangue. In definitiva il pedigree è l'unico documento in grado di attestare l'effettiva appartenenza alla razza del nostro cucciolo.

A cosa serve?

Il pedigree innanzitutto attesta l'origine del gattino che ci accingiamo ad acquistare e ne dichiara quindi l'appartenenza ad una razza. All'atto dell'acquisto quindi il pedigree ci tutela contro le truffe: purtroppo esistono molte persone che spacciano un incrocio per un gatto di pura razza, naturalmente facendolo pagare a caro prezzo.
Inoltre, per chi fosse intenzionato a partecipare alle esposizioni feline o a far riprodurre il proprio gatto, il pedigree sarà un documento fondamentale.

Vari tipi di pedigree

Alcune associazioni distinguono tra pedigree aperto alla riproduzione, quindi For Breeding (FB), oppure chiuso alla riproduzione, quindi Not For Breeding (NFB). Come dice il termine stesso, il pedigree FB consente al proprietario del gattino di poterlo inserire, una volta adulto, nel proprio allevamento come riproduttore. Al contrario, il pedigree NFB impedisce la riproduzione. In poche parole il pedigree FB è indicato per chi ha un allevamento, mentre un pedigree NFB è adatto a chi desidera semplicemente un micio da compagnia. Molti allevatori, pur avendo cuccioli in standard, preferiscono non cederli come da riproduzione, proprio per proteggere le proprie linee di sangue. Questo non significa che avere un cucciolo da compagnia corrisponda necessariamente all'avere un cucciolo fuori standard. Lo stesso cucciolo venduto come da compagnia o come da riproduzione può avere due costi diversi: in pratica con il pedigree FB, insieme al gatto, si acquista il diritto di utilizzarlo come riproduttore che trasmetta alla prole i suoi bei tratti.

Quanto costa il pedigree?

Poco. I costi variano da un'associazione all'altra, ma in media il pedigree costa sui 15€ e va accompagnato al passaggio di proprietà, che dichiara che il gatto passa dalla proprietà dell'allevatore a quella dell'acquirente e costa intorno ai 20€.

Perché allora non si fa sempre il pedigree?

I motivi posso essere vari e molto spesso non sono motivi onesti. Le associazioni rilasciano il pedigree solo ad alcune condizioni, volte a tutelare la salute dei riproduttori e, in parte, volte a tutelare l'allevatore.
Naturalmente per poter registrare un cucciolo presso il Libro delle Origini serve che entrambi i genitori siano stati registrati a loro volta e che abbiano un pedigree FB aperto alla riproduzione, per le associazioni che operano questa distinzione. Quindi per ottenere il pedigree bisogna possedere questi requisiti e fare richiesta presso un'associazione felina, cosa scontata per gli allevatori, meno ovvia per un privato che ha due gatti di razza a cui occasionalmente nascono dei cuccioli. Un privato in media non segue le regole delle associazioni e le nascite non vengono regolamentate. I privati vendono spessissimo i figli di gatti di pura razza, ma per i cuccioli non fanno richiesta di pedigree presso le associazioni. Talvolta sono in possesso di riproduttori con regolare pedigree, ma uno o entrambi i genitori possono avere un pedigree NFB, quindi non hanno la possibilità di richiedere il pedigree per i cuccioli. Nei casi peggiori arrivano a vendere cuccioli privi di pedigree, figli di gatti a loro volta privi di pedigree: a questo punto la truffa è più vicina che mai.
Al contrario per un allevatore, solitamente in possesso di gatti con regolare pedigree aperto alla riproduzione, le ragioni che portano a non fare il pedigree al gattino possono essere diverse. Per esempio, se si eccede oltre le cucciolate annuali concesse per ciascuna gatta, le cucciolate successive non possono venire registrate presso l'associazione. In ANFI, per esempio, sono consentite 3 cucciolate nell'arco di 2 anni. Questa norma è finalizzata a tutelare le femmine riproduttrici, in modo che non abbiano troppe gravidanze ravvicinate e che per questo non vengano sfruttate. Inoltre non tutte le associazioni permettono di rilasciare pedigree NFB, a meno di patologie genetiche trasmissibili alla prole. Questo porta alcuni allevatori, che intendono proteggere le proprie linee di sangue, a cedere il cucciolo senza il pedigree. L'alternativa migliore a questo problema sarebbe operare la sterilizzazione precoce prima della cessione del cucciolo, oppure fare in modo che l'adottante non riceva il pedigree finché il gatto non venga dichiarato sterilizzato dal veterinario che ha eseguito l'intervento. Tuttavia, ad oggi, l'alternativa più semplice e quindi quella più percorsa è quella di cedere il cucciolo senza pedigree.
Come si può intuire, l'assenza di pedigree deve essere un campanello d'allarme che spinge a mettere in discussione l'allevamento o il privato, più di quanto non si faccia nel caso di gatto con pedigree. Le ragioni dell'assenza del pedigree vanno sempre indagate, per non essere truffati, ma anche per non alimentare un eventuale commercio scorretto di cuccioli o lo sfruttamento delle fattrici.

Ma di solito i gatti con pedigree costano di più...

Non è il costo del documento ad incidere sulla differenza tra cucciolo con o senza pedigree. Per quanto riguarda gli allevamenti, capita spesso che gli allevatori facciano due prezzi diversi se lo stesso gatto viene ceduto con o senza pedigree. Il punto è che con il pedigree, specialmente nelle associazioni che non permettono di utilizzare liberamente il NFB, non si vende solo il gatto, ma in un certo senso anche la sua linea di sangue: è questo il motivo per cui molti allevatori cedono a due prezzi diversi un gatto con o senza pedigree.
Se il cucciolo senza pedigree viene invece da un privato, che non è interessato alla selezione della razza e quindi non è iscritto ad alcuna associazione, non partecipa alle mostre e non deve supportare costi diversi rispetto a quelli alimentari e veterinari, allora è comprensibile che il gattino verrà venduto ad un prezzo decisamente inferiore. Tuttavia è importante sottolineare che anche un privato non iscritto ad alcuna associazione felina può comunque fare richiesta di pedigree per i suoi cuccioli: basta essere in possesso di riproduttori con regolare pedigree aperto alla riproduzione e contattare l'associazione che ha rilasciato il pedigree dei genitori per denunciare la nascita dei cuccioli e quindi richiedere i pedigree.

Il pedigree è proprio necessario?

Il pedigree è l'unico documento che attesti che il vostro cucciolo è di razza. Alcuni ritengono che un gatto senza pedigree non possa venire considerato di razza, anche se questo ha genitori con regolare pedigree. Questo è vero per quanto riguarda i documenti: un gatto privo di certificati che ne attestino l'effettiva appartenenza alla razza non può, nell'ambito delle associazioni e in ambito giuridico, essere considerato di razza. È pur vero che il figlio biologico di due genitori di razza avrà morfologicamente e caratterialmente i tratti della razza, seppur indimostrabili senza il possesso del pedigree.
Resta vero il fatto che senza il pedigree non resta che fidarsi dell'onestà della persona che ci sta vendendo il cucciolo. Ci sono alcune persone serie ed oneste che amano i propri gatti, pur cedendoli senza pedigree, ma in compenso ci sono anche tantissime truffe e bisogna guardarsene bene. Certo è che se il cucciolo ha il suo pedigree è una sicurezza che tutela l'acquisto e il gatto in senso lato.



Articolo a cura di =Kiara=

Commenti

  1. Chi cede un gatto di razza, facendolo pagare oltretutto, non accompagnato da pedigree, commette innanzitutto un illecito, un falso ideologico o truffa (fa pagare per un gatto di casa, spacciandolo per di razza), ma sopra ogni cosa non se ne assume la responsabilità. Cosa che avviene solo con un passaggio di proprietà e con il pedigree. Anche i privati possessori di gatti con pedigree possono far emettere pedigree per i cuccioli. Poi corredati di documenti sono chiaramente liberi di cederli con la richiesta economica che ritengono più opportuna. A quel punto la differenza tra scegliere un gatto con pedigree da un privato o da un allevamento, sarà dalle garanzie data dall' esperienza e competenza dell' allevatore. Mai pagare per un gatto di casa, ci sono tanti gatti nei rifugi, che aspettano una famiglia, piuttosto. Tanto più che molto spesso i gatti venduti senza pedigree sono malati, con parassiti, richiedendo poi spese veterinarie ben maggiori di quanto si avrebbe speso, prendendoli certificati con pedigree. Sempre che poi sopravvivano e che abbiano un equilibrio emotivo adeguato.

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    1. Dire che i gatti senza pedigree sono malati è davvero eccessivo! Il pedigree è un importante documento che certifica la razza e che garantisce quindi l'acquisto, ma non ha nulla a che vedere con la salute del gatto. Per questo, all'atto di acquistare un gattino di razza, è importante non solo richiedere il pedigree, ma chiedere di vedere i test fatti sui genitori, chiedere di vedere il locale di allevamento e accertarsi che il cucciolo sia cresciuto in famiglia e sia equilibrato.

      Personalmente ho tre gatti di razza: due vengono da privati, con i quali ho avuto ampi e approfonditi contatti prima di portarli a casa, uno invece, il primo gatto che ho preso, viene da un rinomato allevamento, la cui allevatrice è un personaggio di spicco nella sua associazione. I due gatti presi da privati stanno bene, mentre il gatto che proviene dall'allevamento nei suoi primi anni di vita ha subito ben 4 interventi chirurgici, oltre alla castrazione. Ora ha qualche acciacco, ma sta benino.

      Con questo non voglio gettare fango sugli allevamenti: so benissimo che con un essere vivente è impossibile garantire la salute e che questi problemi capitano anche ai migliori allevatori. Volevo invece sottolineare che il pedigree e l'alta genealogia non hanno nulla a che vedere con la salute. Il pedigree fornisce una garanzia sulla razza, non sulla salute, né sull'equilibrio psicologico del gatto e la sua socializzazione con l'uomo. Sono d'accordo sul fatto che il pedigree sia un documento importante che tutela l'acquisto, ma non crediamo che un gatto con pedigree sia sicuramente sano, sicuramente equilibrato, sicuramente socializzato: non tutti gli allevatori che vendono gatti con pedigree sanno sempre fare bene il loro lavoro. Tutto quello che il pedigree garantisce e tutela è la RAZZA. Non tutto il resto.

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    2. Io ho acquistato un gatto sacro di Birmania da un'allevatrice con tanto di pedigree, libretto sanitario e certificato di buona salute. Ebbene dopo un anno dall'acquisto alla tenera età di 15 mesi il gatto improvvisamente a avuto un malore che dopo due giorni l'ha portato alla morte per una malattia del cure congenita.
      Che dire!! é solo sfortuna!!

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    3. Spesso i gatti senza pedigree sono gatti malati? Ma stiamo scherzando?!? Scendi dal piedistallo, per cortesia.

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  2. Anche il mio, di allevamento, pluricertificato etc etc è morto dopo svariati problemi vari.

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  3. Il pedigree è solo speculazione. Non trovo giusta la diversitá tra NFB o FB . In fin dei conti è lo stesso fatto che discende da altri gatti con pedigree. È come dire che se un'auto con un certo motore e di certa cilindrata ci appiccico la targhetta Ferrari allora ha in costo, se invece Fiat ha un costo inferiore. Che tristezza sto mondo

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